Intervento in Assemblea Nazionale del PD – Roma, 21.02.2016
Quando ho ricevuto la comunicazione della convocazione dell’Assemblea Nazionale del Partito Democratico a Roma ho fatto una promessa alle centinaia di ragazze e ragazzi che hanno partecipato all’iniziativa #svegliatitalia organizzata qua a Berlino per sostenere il DDL Cirinnà.
Avevo detto che avrei provato ad intervenire per testimoniare l’esperienza berlinese e chiedere al PD, con forza, coraggio e unità, di approvare questo DDL così come è, poiché si tratta di una misura giusta e minima di garanzia per le persone omosessuali. Ho mantenuto fede all’impegno preso.
Avrei voluto fare un intervento ordinato, strutturato e più professionale, ma non sono bravo a fare interventi leggendo cose scritte in anticipo e non sono, soprattutto, abituato a parlare con un timer davanti agli occhi. Ho cercato di essere coerente, anche se mi rendo conto di essere stato caotico, nel tessere un legame tra la retorica del “vogliamo più Europa” e approvazione di questo DDL. Ho chiesto se, alla luce di questo assurdo dibattito, perché per me tale è, l’Italia è davvero pronta ad essere più europea. La Germania, il paese dove molte e molti di noi vivono, ha questa legge dal 2001 e la stepchild adoption dal 2005. Servono più coraggio e determinazione, soprattutto da parte del nostro Segretario Nazionale, per difendere questo DDL così come è. Mi è dispiaciuto, e lo ho detto in modo chiaro, che Matteo Renzi non abbia fatto un minimo accenno alla Stepchild Adoption, poiché è il punto realmente importante, quello che rende questo DDL il minimo sindacale per i diritti LGBT in Italia. Ha detto giustamente del problema aritmetico: non abbiamo i numeri in senato per essere autonomi e serve un accordo. Ha detto che il M5S ci ha ingannato. Ed ha ragione. Ma ha anche detto che il gruppo di Verdini e NCD sono gli interlocutori alternativi con cui fare questa legge. Mi rammarico ancora di più, poiché questo, unito al totale silenzio sulla questione “adozione”, mi lascia pensare che si stia pensando di stralciare questo punto del DDL. Per me si tratta di una scommessa al ribasso inaccettabile e una grave sconfitta per il nostro partito.
Ho chiesto al Segretario di dimostrare più coraggio per questa battaglia di civiltà. Per fare quel passo che ci può realmente avvicinare all’Europa, per essere più coerenti con noi stessi e con la scelta fatta di aderire alla famiglia socialdemocratica europea. Coerenza e rispetto dei nostri valori. Coerenza rispetto alla volontà di cambiare l’Europa e a quella visita a Ventotene per celebrare, appunto, chi questa Europa ha voluto.
Non può, e non deve, prevalere il calcolo per l’equilibrio di governo, ma l’affermazione di un valore quello che solo il Segretario del PD può esprimere compiutamente, e non il Presidente del Consiglio. Infatti, ho cercato di parlare di questa incompatibilità. Il discorso fatto all’Assemblea era una relazione di un Presidente del Consiglio e non di un Segretario. Dal Segretario del mio partito mi sarei aspettato di discutere di come vogliamo lavorare insieme, di come vogliamo migliorare il partito, di come difendere quei valori che ci caratterizzano e che abbiamo scelto aderendo proprio al PSE. Avrei desiderato di vedere quella leadership e quel coraggio già visti per dire: basta discussioni, non si tratta di un tema etico, si tratta di un obiettivo che il nostro partito si è posto da tempo ed oggi dobbiamo andare in aula e difendere questo DDL così come è. No, è stato chiaro che non si vuole correre alcun rischio, mettendo invece i cinque stelle davanti all’evidenza e alle sue responsabilità. No, è stato chiaro che si è preferito un passo indietro da parte nostra: un ulteriore compromesso al ribasso e per me questo non è accettabile. Sarà una sconfitta pesante per la noi tutti: un danno alla credibilità del partito e del Segretario stesso in questo caso se questo DDL verrà approvato in una versione menomata, con Alfano e Verdini.
Si dice: a questo punto meglio che niente, qualche cosa. Una logica giusta e comprensibile: ma quel qualche cosa non può essere elemosina. Non si può. Non su un tema così importante come quello dei diritti, un tema che davvero serve a misurare la nostra distanza con l’Europa dei diritti, delle libertà e del presente. Il futuro è oggi? Allora facciamo insieme, tutti insieme, questo passo importante e comunque piccolo per avvicinarci al domani ed essere all’altezza delle sfide che ci siamo posti.
Al mio partito chiedo quindi coraggio, determinazione e di difendere in Senato questo DDL con la stepchild adoption. Ci siamo, non perdiamo anche questa occasione, sarebbe terribile.
Federico Quadrelli