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Sulla battuta di arresto del DDL Zan

Ieri in Senato, con un voto a scrutinio segreto, è stata votata la tagliola sul DDL Zan voluta da Lega e FdI e concessa dalla Presidente Casellati. Sono rammaricato, ovviamente, ma non stupito. Al di là della questione puramente numerica, e non potendo dire chi ha votato come a causa del voto segreto, c’è un dato politico incontrovertibile, come hanno osservato durante il dibattito senatrici e senatori del PD, del M5S e di LeU. La stessa capogruppo Sen. Malpezzi lo ha sottolineato.

Italia Viva ha cambiato posizione non appena il DDL è arrivato al Senato. Davide Faraone intervenne per dire che era necessario parlare con la destra per fare modifiche al DDL. Questo dopo aver lavorato, come IV, assieme al PD, al M5S, e a LeU per fare delle modifiche al DDL. Modifiche che poi hanno chiesto di cancellare. Una vera presa in giro.

Il DDL è stato tenuto ostaggio in Commissione, rinchiuso in un cassetto per troppo tempo.Quando poi la discussione è arrivata in Aula abbiamo avuto reazioni scomposte. La destra italiana, sovranista e vicina alle posizioni ideologiche di Orban, non ha mai voluto una legge per tutelare le persone LGBTQI, anzi, nei vari interventi al senato è emerso a più riprese una volontà chiara di lasciare le cose come stanno. Le mediazioni che poi hanno proposto erano del tutto strumentali, volte solo allo svuotamento sostanziale del DDL.

Tristissimo che IV al Senato si sia prestata a questo gioco chiedendo alle forze progressiste di dialogare con questa destra. Anche Forza Italia dovrà interrogarsi a fondo sulla propria natura “liberale”. Solo il deputato Elio Vito ha avuto il coraggio di parlare sempre a viso aperto a favore del DDL, evidenziando l’incoerenza di una forza politica che vuole essere, appunto liberale, e che nella sostanza sceglie le posizioni di Orban sul tema dei diritti.

Credo che sia stata una brutta pagina, specie per l’esultanza da stadio di senatrici e senatori della destra. Ma anche un momento di grande chiarezza: da una parte ci sono partiti che hanno portato avanti, con coerenza e fermezza, una battaglia sui diritti, dall’altra chi questi diritti non li ha mai voluti.
Mi rammarico molto perché sono stato, in Assemblea Nazionale, tra i firmatari della mozione con cui si impegnava il PD ad appoggiare il DDL. La battaglia andrà avanti. Il Segretario Enrico Letta ha invitato le associazioni LGBTQI* a promuovere una legge popolare sul tema, offrendo pieno appoggio. Credo possa essere un’ottima occasione di mobilitazione e d’impegno civile, per dimostrare che il Paese è anni luce avanti ad una certa classe dirigente. La nostra battaglia per i diritti di tutte e di tutti continua.
Federico Quadrelli
Segretario PD Berlino e Brandeburgo

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COMUNICATO DDL ZAN VENGA APPROVATO SENZA RITARDI. DA ITALIA VIVA ATTEGGIAMENTO SCONSIDERATO

I numeri per approvare il DDL Zan ci sarebbero anche al Senato se Italia Viva votasse il testo come ha fatto alla camera. Invece, in Senato IV vuole fare interventi di modifica che svuoterebbero il DDL del suo senso con il giubilo della Lega e della destra radicale.
Assistiamo a un Film già visto, quello delle Unioni Civili, che furono menomate rispetto al progetto iniziale proprio sulla base delle resistenze del gruppo di centrodestra con Alfano e di un’ampia fetta dell’allora PD a guida renziana. Non a caso gran parte di quella componente è ora Italia Viva. Sembra una corsa per il compromesso al ribasso, ma sulla pelle delle persone. Penso che quello di Italia Viva al Senato sia un comportamento cinico, che mette un freno al percorso per i diritti. Ci ritroveremo ancora con poco o nulla, specie rispetto a tanti altri paesi europei. Da delegato in Assemblea Nazionale sono stato tra i firmatari della mozione per l’approvazione del ddl Zan assieme a Monica Cirinnà, Brando Benifei, Sergio Lo Giudice e altre/i impegnati in una battaglia di civiltà. Spero che la coscienza individuale di senatrici e senatori di IV prevalga e che siano coerenti col percorso seguito fino ad oggi alla Camera.

 

Federico Quadrelli

Segretario PD Berlino e Brandeburgo

 

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Per un Partito della solidarietà e dei diritti

Per un Partito della solidarietà e dei diritti

 

L’Assemblea nazionale

 

premesso che:

 

nell’attuale fase storica e politica è divenuto ancora più urgente assumere posizioni chiare e definite nel contrasto delle discriminazioni e delle disuguaglianze, e in particolare di quelle legate a profili della dignità e dell’identità delle persone, oltre che alla loro materiale condizione di vita; in particolare, il riconoscimento e la tutela dei diritti civili e dei diritti sociali è un elemento essenziale della lotta per la pari dignità, perché senza diritti, doveri e responsabilità non c’è eguaglianza;

 

da un lato, infatti, l’emergenza pandemica ha fatto esplodere disuguaglianze latenti, da quelle legate al genere, all’orientamento sessuale e all’identità di genere a quelle legate all’accesso al lavoro, alle cure e a condizioni di vita dignitose;

 

dall’altro, il mutato scenario politico-parlamentare impone di dare voce, in Parlamento, a istanze di riconoscimento e tutela di diritti che rischiano di rimanere marginali e che, invece, sono profondamente avvertite dalla base del Partito e dal suo elettorato, anche in termini identitari;

 

il Partito democratico attraversa un momento decisivo della propria storia, in cui è chiamato a ridefinire la propria identità e i propri orizzonti culturali per poter elaborare una nuova visione dell’Italia del futuro; in questo lavoro collettivo di ricostruzione i desideri e le necessità delle persone – e dunque, i diritti civili e i diritti sociali insieme – devono assumere un rilievo centrale, coerentemente con gli articoli 2 e 3 della Costituzione, faro della nostra azione politica;

 

solo un Partito chiaramente posizionato su questi temi è infatti in grado di dire se immaginiamo, per i prossimi decenni, un’Italia in cui tutte le differenze siano una risorsa e una ricchezza per la crescita dell’intera comunità, piuttosto che un pericolo da cui guardarsi, riproponendo tradizionali dinamiche di esclusione e marginalizzazione;

 

Considerato che:

 

molte sono le sfide attualmente aperte, sia in Parlamento che nel Paese, su questi temi, e che il Partito democratico deve essere in grado d’interpretarle orientandole verso un futuro di eguaglianza, inclusione e pari dignità;

 

dalla legge contro l’omolesbobitransfobia, la misoginia e l’abilismo, all’introduzione di regole paritarie sull’attribuzione del cognome ai figli, dall’esigenza indifferibile di dare risposta al monito della Corte costituzionale su questioni come la tutela della dignità alla fine della vita e il riconoscimento dei diritti delle bambine e dei bambini delle famiglie arcobaleno, fino all’urgenza di riaprire la discussione sulla modifica della legge sulla cittadinanza e su una radicale riforma del diritto dell’immigrazione, il Partito democratico non può rinunciare a far sentire con chiarezza la propria voce, in modo credibile e unitario, facendosi riconoscere dal proprio elettorato e dal Paese come partito dei diritti e della solidarietà;

 

a queste sfide altre se ne aggiungono, sulle quali è necessario aprire una discussione franca anche nel PD, come ad esempio l’estensione dell’accesso al matrimonio a tutte le coppie, indipendentemente dal loro orientamento sessuale; la piena garanzia della dignità delle persone trans e non binarie, assicurando il riconoscimento dell’autodeterminazione di ogni persona sul proprio corpo, tutelando salute e dignità assieme; la tutela della dignità delle detenute e dei detenuti;

 

questi campi di lotta sono profondamente collegati tra loro e condividono con le lotte delle donne per la pari dignità e la piena cittadinanza un comune orizzonte di libertà, eguaglianza, inclusione; non è possibile dimenticare, a questo proposito, l’attacco cui sono attualmente sottoposte, in molti luoghi del Paese e sul piano politico come su quello culturale, la legge 194/1978, e – più in generale – l’autonomia delle donne in ambito riproduttivo, affettivo, familiare, lavorativo;

 

impegna il Segretario nazionale

 

a mettere dignità e diritti, civili e sociali insieme, al centro dell’azione del PD, facendone il perno della ricostruzione di una identità e di un progetto politico condiviso e unitario, saldamente incentrato sulla lotta a tutte le disuguaglianze;

 

a sostenere, nell’immediato, l’iter parlamentare della legge contro l’omolesbobitransfobia, la misoginia e l’abilismo, con l’obiettivo di ottenere la sua definitiva approvazione, in tempi rapidi, da parte del Senato;

 

ad avviare, nel Partito e nel paese, una discussione aperta sul modo di costruire, insieme, una società più inclusiva, libera e giusta.

 

 

Monica Cirinnà

Laura Boldrini

Alessandro Zan

Sergio Lo Giudice

Brando Benifei

Pierfrancesco Majorino

Lamberto Bertolè

Paola Bocci

Caterina Bonetti

Giuliana Casartelli

Simonetta D’Amico

Diana De Marchi

Irene Deval

Elena Ceretto Castigliano

Mattia Franceschelli

Paolo Furia

Lara Galli

Nadira Haraigue

Giorgio Laguzzi

Annalisa Lamazzi

Nicoletta Leo

Roberta Li Calzi

Massimo Maisto

Lorenzo Massarenti

Luciano Mazzuccato

Gabriella Montera

Marco Pacciotti

Lorenzo Pacini

Giulia Pelucchi

Federico Quadrelli

Carla Rocca

Carmela Rozza

Marco Sarracino

Davide Skenderi

Veronica Tentori

 

 




1° dicembre 2020, Giornata Mondiale contro l’AIDS e cinquantesimo anniversario della legge sul divorzio in Italia

Oggi in data 1° dicembre 2020 si celebra la Giornata Mondiale contro l’AIDS nonché il cinquantesimo anniversario dell’approvazione della legge sul divorzio. Le due ricorrenze coincidono annualmente, anche se sono figlie di due situazioni diverse. La legge italiana sul diritto di aborto, la Fortuna-Baslini, è il frutto di campagne femministe e del movimento del Sessantotto. L’istituzione di una giornata per ricordare le vittime mietute dall’AIDS nel 1988 è il frutto di una cooperazione fra governi impegnati a fronteggiare un’emergenza sanitaria, con caratteristiche diverse, ma similmente emergenziali rispetto all’attuale situazione.

In particolar modo, la piaga dell’AIDS ha colpito sproporzionalmente società e contesti già emarginati al momento della diffusione capillare del virus. Di fatto, l’HIV si diffonde maggiormente in paesi in via di sviluppo dove l’accesso a misure di contraccezione è più difficoltoso e/o manca l’informazione a riguardo. Un simile discorso andrebbe fatto per le gravidanze indesiderate, anch’esse il risultato prevedibile di mancate campagne d’informazione ed emancipazione femminile.

In tale data, è importante ricordare come il diritto alla salute in entrambi i casi può essere garantito offrendo alle persone la possibilità di proteggersi sessualmente, senza che incidano differenze economiche. Si può fare di più: nello specifico, offrire strumenti fisici o chimici (‘pillola’, PrEP, ecc.) per arginare il problema, dal punto di vista della tutela dell’individuo e della sua salute.

Il Partito Democratico si impegna a favorire politiche di scolarizzazione sessuale e affettiva, anche sui sopraccitati temi. Un problema emerso a più riprese è la propaganda politica portata avanti da soggetti che non hanno a cuore la vita e il destino delle persone che dichiarano di voler proteggere. In tal senso, il PD riconosce il diritto dell’individuo all’autodeterminazione e alla salute, come riconosciuto dagli articoli 3 e 32 e della nostra Costituzione, e a rimuovere eventuali ostacoli alla realizzazione della persona.

Alberto Vettese

Vicesegretario e Resp. Comunicazione

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Fonte immagine: https://www.investireoggi.it/fisco/wp-content/uploads/sites/6/2020/10/bonus-anti-aborto-640×342.jpg

 

 

 

 




Berlino vara la legge contro le discriminazioni. Intervista a Clara West, Vicepresidente del gruppo SPD all’Abgeordnetenhaus

Viene riportata la traduzione in italiano dell’intervista. Clicca qui per la versione in entrambe le lingue (originale tedesco e traduzione italiana).

 

(1) Berlino ora ha una legge statale (a livello di Land) contro le discriminazioni, di cosa si tratta?

Fondamentalmente, dovrebbe contribuire a garantire che nessuno sia discriminato sulla base dell’origine etnica, del sesso, di una descrizione razzista o antisemita, della religione e delle convinzioni personali, della disabilità, dell’età, della lingua, dell’identità sessuale e di genere, di malattie croniche o dello stato sociale. Finora esisteva solo la “Legge generale sulla parità di trattamento” (AGG), una legge federale che prevede una protezione corrispondente solo nei rapporti giuridici privati e nella vita lavorativa. A ciò si aggiunge ora la legge statale contro la discriminazione (LADG), che consente di chiedere il risarcimento dei danni contro lo Stato di Berlino in caso di discriminazione da parte delle autorità.
(2) Perché era necessaria?  Berlino non è la città più aperta della Germania?

Anche una città liberale come Berlino non è mai “libera dalla discriminazione”. Gli atteggiamenti che portano alla discriminazione sono in definitiva in tutti noi. La differenza sta poi nel modo in cui tutti noi la affrontiamo e nelle opportunità che le vittime di discriminazione hanno di agire contro di essa.

 

(3) Quali sono le questioni fondamentali di questa legge?

Le persone che sono discriminate hanno ora maggiori possibilità di tutela legale e possono quindi far valere meglio i loro diritti. Esiste una richiesta di risarcimento danni e d’indennizzo senza colpa nei confronti del Land. Poiché la discriminazione è di solito molto difficile da provare, le prove vengono fornite mediante l’accertamento dei fatti, ossia se la persona interessata può dimostrare in modo credibile di essere stata discriminata, l’autorità competente deve giustificarsi ed è obbligata a confutare l’accusa. Inoltre, le associazioni riconosciute contro la discriminazione hanno il diritto d’intentare azioni collettive ed è stato istituito un ufficio del difensore civico. Non vi è alcuna responsabilità personale degli agenti di polizia o di altri dipendenti delle autorità, lo Stato è sempre responsabile.

 

(4) Come possiamo rendere Berlino più tollerante e solidale?

Naturalmente, la legge antidiscriminazioni da sola non risolverà il problema. È importante che ci siano questi progressi della politica, ma: la tolleranza e la solidarietà non possono essere semplicemente decise, ma fanno parte di una buona cooperazione alla quale ognuno di noi contribuisce. Questo inizia sempre da noi stessi, per esempio riconoscendo che nessuno è perfetto e che la tolleranza ha qualcosa a che fare con l’autoriflessione. E inoltre, che si comprenda che la nostra libertà individuale è sempre legata alla libertà del nostro prossimo.




Posizione del Circolo contro l’introduzione della lapidazione in Brunei per omosessuali e adulteri

Al Segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti,
Al Presidente del Partito Democratico Paolo Gentiloni,
Ai Vice-Segretari, Paola de Micheli e Andrea Orlando,

il nostro Circolo segue con grande apprensione le notizie relative all’introduzione della pena di morte
per omosessuali e adulteri nel Brunei, Paese che da tempo ha forti legami con il nostro continente ed
interessi economici consolidati. In Italia, per esempio, a Roma e Milano, ci sono due hotel di lusso di
proprietà del Sultano, come a Londra e in altre parti del mondo.

Il Parlamento Europeo ha, in modo unitario, votato una risoluzione di condanna contro il Brunei per
la decisione di introdurre la pena di morte per persone omosessuali e per adulteri. Questa decisione è
in contrasto palese con tutti i trattati internazionali a cui l’Unione Europa fa riferimento.
Il Sultano ha risposto a questa risoluzione con una lettera inviata al Parlamento Europeo in cui non
solo difende la sua scelta, ma giustificandola in virtù della difesa del matrimonio e della religione
locale e chiedendo quindi all’EU comprensione. Riteniamo questa risposta inaccettabile.

Considerando che l’Unione Europa ha sospeso i negoziati per un accordo di partenariato e di
cooperazione con il Brunei, e che il Sultano non ha intenzione di modificare quanto approvato poche
settimane fa, chiediamo che il nostro partito, attraverso i suoi rappresentanti nazionali, esprima ferma
condanna contro il Brunei, che si impegni nelle sedi istituzionali affinché la sospensione dei negoziati
sia a tempo indeterminato e che vengano presi provvedimenti rapidi e concreti come il blocco dei
beni del Sultano in Europa, così come di tutte le attività economiche e commerciali ad esso
riconducibili. Fra questi sono inclusi hotel di lusso, che sono oggetto di una campagna di boicottaggio
e di cui due si trovano sul territorio italiano. Crediamo che sia opportuna una presa di posizione a
favore di questa campagna da parte del PD.
Dobbiamo mettere in chiaro che chi vuole instaurare rapporti economici e commerciali con l’Unione
Europea e con i suoi Paesi membri deve necessariamente attenersi al set di valori e principi
fondamentali che sono alla base dell’esistenza stessa dell’Unione, come sancito dalla Carta dei Diritti
dell’Unione Europea.
Dobbiamo inoltre affermare con forza che la tutela della dignità umana e il rispetto dei diritti
fondamentali dell’Uomo vengono prima di qualsiasi interesse economico.

 

Circolo PD Berlino e Brandeburgo




Contromanifestazione a Verona contro il Congresso della famiglie

Di seguito l’odg proposto da Cirinnà e Lo Giudice sulla contromanifestazione a Verona e sottoscritto dal Segretario Federico Quadrelli in Assemblea Nazionale:

Difendere i diritti-OdG Assemblea_con firme AGG 9.00 (1)




ODG approvati dall’Assemblea Nazionale del 19 maggio 2018

All’ultima Assemblea Nazionale del Partito Democratico sono stati discussi ed approvati diversi ordini del giorno sui seguenti temi: parità di genere, situazione politica e istituzionale in Brasile, questione israelo-palestinese relativamente alle tensioni nella Striscia di Gaza e supporto all’Onda Pride 2018. Fra i vari sostenitori ha votato convintamente a favore il Segretario del circolo, Federico Quadrelli. Di seguito vengono riportati i testi delle mozioni:

ODG PROMOSSO DA TOWANDA DEM

ODG SULLA SITUAZIONE POLITICA E ISTITUZIONALE IN BRASILE

ODG SUL CONFLITTO ISRAELO-PALESTINESE

ODG SU ADESIONE ONDA PRIDE 2018

Foto: ANSA/ANGELO CARCONI




Comunicato sulla violazione dei diritti di Eugene Wojciechowski e Pavel Stotsko, coppia omosessuale russa

Il Circolo PD Berlino e Brandeburgo, nella figura del gruppo di lavoro LGBTQI esprime la sua preoccupazione per i fatti riguardanti Eugene Wojciechowski e Pavel Stotsko, una coppia omosessuale russa sposatasi a Copenaghen il 4 gennaio 2018 e che aveva visto convalidata la propria unione in Russia non essendo questa in contrasto con l’articolo 14 del Codice familiare russo, il quale vieta le nozze fra parenti stretti, fra genitori e figli adottivi, fra individui già sposati o fra due parti in cui una delle due non sia capace di intendere e di volere. In seguito alla visibilità ottenuta dal caso, il Ministero dell’Interno russo ha inviato forze di polizia all’indirizzo di residenza di Pavel Stotsko per provvedere alla confisca dei passaporti. Essendo l’indirizzo non aggiornato da tempo e corrispondente alla residenza dei genitori di Stotsko non è stata possibile una confisca fisica; i passaporti sono comunque stati annullati per ordine del Ministero. La coppia non ha riconosciuto l’atto e ha deciso di procedere per vie legali contro il procedimento del Ministero dell’Interno.

Il Circolo PD Berlino e Brandeburgo esprime una condanna per questo vile atto di intimidazione volto a scoraggiare qualsiasi atto emancipatorio dei suoi cittadini omosessuali. Le misure prese dal Ministero dell’Interno russo sono in aperta violazione con lo stato di diritto e rappresentano una violazione della libertà di Eugene Wojciechowski e Pavel Stotsko. Il Circolo seguirà con attenzione la vicenda e offrirà supporto anche mediatico alla coppia in questa battaglia per il riconoscimenti dei loro diritti.

Alberto Vettese                                                                                                                                                                                                                                                       Gruppo di lavoro LGBTQI