Resoconto dall’Assemblea Nazionale del Partito Democratico a Roma del 13 luglio 2019
Per la terza volta ho il piacere e l’onore di essere parte dell’Assemblea Nazionale del Partito Democratico dove, assieme ad altre colleghe e ad altri colleghi da tutto il mondo, posso dare voce alle italiane e agli italiani che vivono all’estero nelle sedi nazionali del partito. Ho partecipato a numerose assemblee, ma questa è stata secondo me particolarmente positiva.
Prima di tutto, nel rispetto delle procedure formali. Il Presidente Paolo Gentiloni, infatti, ha messo al voto i vice-segretari proposti da Zingaretti, Paola de Michelis e Andrea Orlando, così come il collegio sindacale del partito. Abbiamo, come delegate e delegati, esercitato il nostro ruolo nella sua dimensione formale. Come organo sovrano nel partito. Inoltre, sono stati dati tempi di intervento precisi e la discussione si è svolta in modo ordinato, quasi alla tedesca. Cosa per me molto positiva.
Ma veniamo ai contenuti. Quest’Assemblea è stata dedicata a una riflessione e discussione sul dove vogliamo andare e sul che cosa possiamo/dobbiamo fare. Con il suo discorso d’apertura, infatti, il Segretario Nazionale Nicola Zingaretti, ha elencato le sfide più urgenti che ci attendono e sottolineato quanto ci sia bisogno di un cambiamento radicale interno al partito, nelle sue logiche di potere e nelle sue strutture, perché oggi, così come è, non è in grado di affrontare le difficoltà del momento.
Il discorso è stato per me molto positivo: con onestà, chiarezza e competenza sono state presentate le questioni su cui il partito dovrà impegnarsi con tutto se stesso. Importante aver focalizzato l’attenzione sul pericolo che oggi il partito di Matteo Salvini, la Lega, rappresenta per l’Italia e per le italiane e gli italiani. Un partito, ha affermato Zingaretti, che produce disuguaglianze. Ed è proprio così. Per questo il PD deve impegnarsi per costruire un’alternativa valida, che convinca le persone, che le inviti a darci fiducia per tornare alla guida del Paese. Per il bene delle italiane e degli italiani.
Per questo è stato dato incarico a Maurizio Martina di coordinare i lavori di una commissione per la riforma del partito che dovrà produrre proposte concrete di riforma entro il novembre 2019. Un tempo molto stretto, senza dubbio, ma giustificato dal fatto che di riforma del partito se ne parla ormai dal 2015, quando con Fabrizio Barca iniziò un serio e articolato lavoro di riflessione ed elaborazione di proposte di modifica statutaria che però, come sappiamo, furono cestinate malamente.
Se fossi riuscito ad intervenire in Assemblea, così come era in programma, avrei chiesto a Zingaretti e Martina di non partire da zero, ma di riprendere in mano il dossier Barca e di aprire la discussione alle iscritte e agli iscritti, partendo da circoli e federazioni. Per un percorso serio e partecipato sul futuro del nostro Partito e sull’aspetto che dovrà avere. Purtroppo, e poi spiegherò bene il motivo, non sono potuto intervenire per la convocazione in parallelo dell’Assemblea PD Estero, su cui torno più avanti.
Il discorso del Segretario è stato per me molto positivo: con onestà, chiarezza e competenza sono state presentate le questioni su cui il partito dovrà impegnarsi con tutto se stesso. Da un punto di vista ideale, è stato molto importante aver focalizzato l’attenzione sul pericolo che oggi il partito di Matteo Salvini, la Lega, rappresenta per l’Italia e per le italiane e gli italiani. Un partito, ha affermato Zingaretti, che produce disuguaglianze. Ed è proprio così. Per questo il PD deve impegnarsi per costruire un’altrnativa valida, che convinca le persone, che le inviti a darci fiducia per tornare alla guida del Paese. Per il bene delle italiane e degli italiani.
Come fare? Ripartendo delle idee. Durante il suo discorso, infatti, Zingaretti halanciato “la costituente delle idee” con cui il partito intende mobilitare iscritte ed iscritti, elettrici ed elettori, per una discussione ed elaborazione programmatica in vari ambiti: ambiente, lavoro, sicurezza, salute, parità di genere e diritti, economia, digitalizzazione, scuola, fisco. Una grande opportunità di rilancio per il PD. Un percorso che si concluderà con un incontro a Bologna l’8-9-10 novembre.
Gli interventi che si sono susseguiti sono stati molto importanti e stimolanti. Uno fra tutti quello di David Sassoli neo eletto Presidente del Parlamento Europeo. Un discorso importante, profondo: “troppe ingiustizie chiedono di noi”. Ha affermato Sassoli. Già, per questo tocca a noi dare le risposte alla “povera gente, agli imprenditori disperati, ai giovani, agli anziani abbandonati, agli innamorati che vorrebbero avere una vita tutta loro”. Tocca a noi “riparare alle ingiustizie”. Sì, tocca a noi. E questo percorso di cambiamento può essere l’occasione giusta per farlo.
Tanti gli interventi a seguire molto interessanti. Alcuni tra tutti, quello di Maurizio Martina, di Gianni Cuperlo, di Lia Quartapelle sul tema della politica internazionale e della situazione in #Libia e infine di Paola Bocci, Consigliera regionale in Lombardia e Vice-Presidente ReteDem, che ha parlato del gender pay gap.
Infine, l’Assemblea PD Estero. Forse non tutte/i sanno che una quota di delegate e delegati dell’Assemblea Nazionale del PD è eletta nella circoscrizione estero. L’Assemblea Estero si riunisce in concomitanza di quella Nazionale e questo impedisce, spesso e volentieri, a noi delegate e delegati dall’estero, di seguire tutti gli interventi e di poter intervenire a nostra volta. Ero in lista per parlare, ma alla chiamata non ero in sala. Mi hanno chiesto: ma perché non eri in sala? Come mai non sei intervenuto? Sono rammaricato. Il problema è che ero in Assemblea PD Estero. Stavamo discutendo di come rilanciare il lavoro all’estero del PD. Quindi, come ho già detto, non è stato per mancanza d’interesse. Spero che in futuro le due Assemblee possano tenersi in modalità differenti, questo permetterebbe a tutte/i noi di seguire bene i lavori e di poter intervenire, se è il caso.
Detto ciò, penso sia stata anche per l’Assemblea Estero una bella occasione di discussione interna: seria e franca. Una cosa positiva. Ho incontrato delegate e delegati di tanti paesi diversi, persone con cui ho discusso in chat o in video-chiamata, ma mai dal vivo. Una bella sensazione. Abbiamo discusso di come rilanciare il lavoro del partito, di come coordinarci meglio anche come circoli (alcune/i di noi sono delegate/i e segretarie/segretari di Circolo e/o Federazione). Lo abbiamo fatto parlandone con Enzo Amendola, della Segreteria Nazionale e con i nostri rappresentanti in Direzione Nazionale, Fabrizia Panzetti e Nicolò Carboni. Ma non solo. Ci siamo confrontate/i con le nostre e con i nostri rappresentanti elette/i al Parlamento presenti all’incontro – Laura Garavini, Angela Schirò, Nicola Carè, Francesca La Marca, Francesco Giacobbe.
Anche questa è stata un’opportunità importante di contatto, confronto, discussione, anche forte, sulle questioni di maggior rilievo per noi che viviamo all’estero. E per le difficoltà, grandi, che questa maggioranza giallo-verde sta ponendo. Anzi, le minacce vere e proprie al nostro diritto di voto e alla rappresentanza delle italiane e degli italiani all’estero.
In conclusione, penso che questa Assemblea sia stata molto positiva e che rappresenti un punto di partenza importante per rilanciare il progetto politico del PD. In ogni sua dimensione e radicamento territoriale, all’estero e in Italia: la nostra forza sta qua, nell’essere una comunità vivace, plurale e che non fugge dal confronto. Forza, dobbiamo cambiare per cambiare le cose, in meglio.
Federico Quadrelli
Segretario PD Berlino, Delegato Assemblea Nazionale (Estero)