Quanto è accaduto nei giorni passati a Parigi è stato terribile. Due terroristi hanno fatto irruzione nella sede del giornale satirico parigino Charlie Hebdo uccidendo dodici persone, tra cui molti membri della redazione, poi un terzo terrorista in accordo con i primi due ha ucciso altre persone in un supermercato, significativamente le vittime erano ebrei francesi.
Il Circolo del PD di Berlino e Brandeburgo esprime la propria solidarietà alle famiglie delle vittime e si unisce alle dichiarazioni di tutti coloro che condannano fermamente quanto accaduto. Fatte le dovute premesse riteniamo però sia fondamentale tenere distinti due livelli: quello del fondamentalismo di matrice islamica, con tutte le azioni di terrorismo e violenza che ne scaturiscono; e l’Islam in quanto religione.
Le vicende di Parigi hanno generato un moto d’indignazione in tutti coloro che si definiscono democratici, pacifici e tolleranti. Le varie manifestazioni organizzate nelle varie città d’Europa, da Londra a Berlino, passando da Parigi, hanno dimostrato che è possibile anche stare uniti, nelle nostre diversità. Un obiettivo che è anche il motto dell’Unione Europea, appunto: uniti nella diversità.
Purtroppo, però, abbiamo anche assistito all’emergere di nuove forze xenofobe e razziste che non hanno aspettato a lungo per poter lucrare su queste vicende con fini meramente propagandistici, in una specie di perversa alleanza nei fatti con i fondamentalisti ai fini di una radicalizzazione della situazione. Ci riferiamo a tutti quegli esponenti politici e movimenti che hanno gridato al pericolo islamico in Europa, ai “milioni di musulmani pronti a sgozzare” e alle richieste sempre più pressanti di annullare Schengen e di “chiudere le frontiere”. Siamo impressionati dalla violenza verbale scaturita a danno non dei colpevoli in quanto tali, cioè assassini, a prescindere dall’origine etnica e il credo religioso, ma verso tutti i musulmani d’Europa.
Le comunità musulmane si sono dissociate apertamente. Perfino guide spirituali di Paesi non proprio democratici come l’Iran, o al centro di una guerra civile tra musulmani come la Siria, si sono dissociate citando i versi del Corano stesso in cui si può leggere: “chi uccide un uomo, uccide l’umanità”.
Centinaia di moschee sono state attaccate da gruppi di xenofobi in Europa e manifestazioni di odio razziale sono state organizzate in Francia, Italia e Germania. Ecco, come comunità di stranieri che vivono a Berlino sentiamo il dovere di condannare fortemente ogni tentativo di riaffermare la guerra tra “etnie” e “culture”.
La volontà di generalizzare, di additare l’altro e di colpevolizzare chiunque perché appartenente ad un credo o una cultura differente, è già accaduto in tempi non molto lontani causando ferite profonde che tutt’oggi sanguinano. Italia e Germania, tedeschi e italiani, hanno il dovere assoluto di ricordare gli orrori del nazi-fascismo, di riflettere e ammonire che a nessuno di loro viene alla mente di vedere in tali fenomeni storici un’espressione innata e caratteristica della cultura occidentale mentre troppo spesso la stessa persona si lasci attrarre incoerentemente da questa posizione nei confronti del mondo islamico. Insieme, abbiamo il dovere di dire no ad ogni tentativo pretestuoso di usare le orribili vicende di Parigi come giustificazione per limitare le libertà di cittadini e cittadine musulmane che convivono pacificamente nelle nostra società.
Il Circolo PD di Berlino e Brandeburgo auspica che la democrazia e il buon senso vincano sopra ogni forma, lieve o forte, di razzismo. È compito di ciascuno di noi lottare per garantire che le nostre leggi, i nostri valori e i nostri principi restino sempre alti, vincano sempre. Non permettiamo che ci siano deroghe a questi valori che ci sono costati milioni di vite umane, speranze e tante sofferenze.
Alla violenza di un gruppo di fanatici assassini, che hanno usato una religione per giustificare la loro follia omicida, noi rispondiamo con le parole esemplari di Jens Stoltenberg, ex premier Norvegese, all’indomani della strage consumata da un fanatico che intendeva “difendere la cristianità” in Europa e per far questo decideva di stroncare la vita di decine di giovani europei e stranieri socialdemocratici uniti nell’ideale di una società multietnica, tollerante e democratica: “Puniremo il colpevole. La sua punizione consisterà in questo, che noi diventeremo ancora più tolleranti, più democratici e più generosi”.