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Comunicato sull’uscita di Matteo Salvini sul diritto alla salute delle donne immigrate in Italia

Apprendiamo con stupore e sdegno dell’ennesima uscita di Matteo Salvini alla caccia di un nemico. Questa volta si tratta delle donne immigrate in Italia, che accedono – là dove garantito, chiaramente – all’interruzione di gravidanza in caso di gravidanze indesiderate o non pianificate. Al di là della semplificazione di tematiche complesse di cui puntualmente Salvini sembra conoscerne solo uno o due aspetti, quelli che fanno notizia, ribadiamo che il diritto alla salute è previsto per chiunque si trovi sul territorio della Repubblica Italiana, inclusi i visitatori. Va da sé che chi risiede in pianta stabile nel paese ha diritto all’assistenza sanitaria, ad incominciare dalle fasce più deboli e meno seguite dalla popolazione. A causa di barriere linguistiche rimane difficile per i cittadini stranieri che risiedono in Italia accedere al servizio sanitario, e questo diritto dovrebbe essere garantito anche per tutelare la salute della popolazione, pensiamo per esempio al concetto dell’immunità di gregge. Non è permesso escludere per cittadinanza o peggio per ceto sociale, lo stesso giuramento di Ippocrate e convenzioni internazionali obbligano al soccorso e all’assistenza di qualsiasi persona, indipendentemente dal suo status. Ci riallacciamo a questo concetto del rispetto della vita umana, concetto laico e non solo religioso, e sottolineiamo il nostro rifiuto a farne tema da chiacchiera da bar. Chi non sa, taccia, e Salvini stesso rifletta sulle uscite quotidiane che causano agitazione e promuovono un clima da caccia alle streghe e creano le basi per una società razzista.

Alberto Vettese
Vicesegretario PD Berlino e Brandeburgo
AG Diritti e Libertà civili




Sull’evoluzione delle Sardine, in Italia e all’estero

Il 14 dicembre il “fenomeno sociale” – come definito dagli iniziatori stessi – delle Sardine non si è manifestato solo in Italia, a Roma, ma anche in tante piazze qua all’estero: Londra, Parigi, Madrid, Stoccolma, Copenhagen e naturalmente a Berlino.

Queste piazze fanno emergere con chiarezza e forza un bisogno: quello della partecipazione. Davanti a un registro politico sempre più volgare e violento da parte delle forze di destra, più o meno radicali, qualcuno ha sentito il bisogno, in modo autonomo e spontaneo di dire basta. E lo ha fatto con pacatezza, tranquillità e fantasia.

Piazze festose. In contrapposizione alla retorica razzista dell’odio. E questo ha messo insieme tante persone. Un mondo plurale, probabilmente sia per fattori anagrafici (hanno manifestato giovani, adulti, meno giovani) sia per fattori politici (ci saranno elettrici ed elettori, o anche militanti di qualche partito come semplici cittadini che hanno risposto ad una chiamata, a un bisogno).

È stato redatto un documento. Sono stati indicati dei punti: dalla promozione di un linguaggio pulito e rispettoso all’abrogazione dei decreti sicurezza.

Queste piazze meritano rispetto. Questo impegno merita rispetto. Chi fa politica in modo attivo, a livello di militanza, quindi di volontariato, o a livello professionale deve mettersi a disposizione: ascoltare, riflettere e capire quali sono i consigli, i messaggi ed i significati, che tutto questo porta con sé.

Per questo, come Circolo PD Berlino, ci mettiamo a disposizione. Anzi, invitiamo le animatrici e gli animatori delle Sardine di Berlino a un incontro e a un momento di confronto sulle loro idee, sui punti del loro documento.

Tutto questo ha un valore maggiore, qua a Berlino, poiché proprio qua pochi mesi fa la Lega ha dato inizio alla costituzione della propria rete all’estero.

Resta per me incomprensibile il supporto da parte di emigrati italiani all’estero o dei “mobili”, coloro che usufruiscono a pieno dei vantaggi del progetto europeo e dell’assenza di frontiere, a una forza politica che si definisce nazionalista, antieuropea e che in patria mette il massimo impegno nel demonizzare l’altro.

Per questo sentiamo il bisogno di aprirci e confrontarci. La battaglia per un mondo più giusto, equo, rispettoso e solidale non è certo conclusa.

Federico Quadrelli
Segretario PD Berlino e Brandeburgo

 

Fonte foto: https://cosenza.gazzettadelsud.it/articoli/politica/2019/11/27/le-sardine-arrivano-in-calabria-sabato-manifestazione-a-cosenza-bc744b9c-b5ad-4637-97f7-ad9cebbd6c8a/




Bericht über Sant’Anna di Stazzema

Es waren drei Tage mit vollem Programm. Ein politischer Austausch zwischen der PD Berlin, der SPD Prenzlauer Berg Helmholzplatz, der GD* Versilia und unseren Gemeinschaften in Stazzema, Seravezza und Florenz.

Das Projekt ist unter dem Namen “Il futuro ha radici antiche” („Die Zukunft hat tiefe Wurzeln“) bekannt. Wir wollten betonen, dass es unmöglich ist, eine bessere Zukunft zu denken und zu gestalten, ohne das bewusste Kenntnis unserer Vergangenheit. Deshalb waren wir in dem “Erinnerungsort” Sant’Anna di Stazzema, und am Gleis 16 in Florenz.
Wir haben Enrico Pieri und Adele Pardini, Überlebende des Massakers, getroffen und ihren Geschichten zugehört. Wir hatten die Möglichkeit, sie zu umarmen, in den Augen zu schauen; dies wird für immer in unseren Herzen und Gedanken bleiben.
Ein herzlicher Dank geht an alle, die dies ermöglicht haben. Mein Dank möchte ich  v.a. dem Bürgermeister von Stazzema, Maurizio Verona aussprechen, sowie unserem Abgeordneten Umberto Buratti; den Vorsitzenden verschiedener Abteilungen in Versilia; dem Präsidenten des Abgeordnetenhauses von Florenz, Luca Milani; den Stadtverordneten Donata Bianchi und Renzo Pampaloni aus Florenz, der tollen Gruppe der GD in Versilia, insbesondere Samuele Borrini, Giulia Ercolini, Gianmaria Federigi, Lorenzo Pagni; dem Stadtrat von Seravezza Giacomo Genovesi; dem Vorsitzenden der PD Seravezza, Giuseppe Giannini, und selbstverständlich auch unseren Genossinnen und Genossen aus Berlin. Vielen Dank an Clara West, stellvertretende Vorsitzende der SPD Fraktion im Abgeordnetenhaus von Berlin, und an Martin Müller, Vorsitzender der SPD Abteilung Helmholzplatz in Prenzlauer Berg.
Ein besonderer Dank geht auch an euch, Alfonso Pantisano und Tiziana Corda, von der PD Berlin, für eure Unterstützung bei den Übersetzungsarbeiten.

Gemeinsam haben wir alle ein Dokument unterschrieben, um zu betonen, dass wir nicht nur in Gedanken nah sind, sondern konkret mit unseren politischen Aktivitäten vor Ort, sowohl in Italien als auch in Deutschland. Zusammen werden wir unsere Zukunft gestalten; eine Zukunft voller Frieden und Hoffnung.

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Documento Politico Condiviso PD Berlino e Brandeburgo – SPD Helmholzplatz/Humannplatz- GD Versilia

Documento realizzato in occasione dello scambio politico tra Giovani Democratici della Versilia, Circolo PD Berlino e Brandeburgo ed SPD Helmholtzplatz/Humannplatz. Esso si concentra sugli episodi della Resistenza durante la Seconda Guerra Mondiale nelle aree in cui viviamo, con un focus sul quartiere di Prenzlauer Berg a Berlino e di Sant’Anna di Stazzema in Versilia. Questo come base di partenza per parlare di ciò che oggi ci unisce e di come, assieme, come fratelli in un’Europa unita, possiamo lavorare per il Futuro.

Gemeinsames politisches Dokument Gemeinsames politisches Dokument der GD (Demokratische Jugend) Versilia, des PD Berlin und Brandenburg und der SPD Helmholzplatz/Humannplatz. Es bezieht sich auf die Erfahrungen des Widerstandes während des zweiten Weltkriegs in Prenzlauer Berg und in Sant’Anna di Stazzema in Versilia. Es ist die Basis für eine Diskussion über das, was uns eint, um gemeinsam für ein vereinigtes Europa und für unsere Zukunft zusammenarbeiten zu können.

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Le colpe dei crimini dei padri non ricadano sui figli!

Nel percorso preparatorio per lo scambio politico PD-SPD il nostro circolo si è concentrato sul ruolo dei fascisti italiani nella strage di Sant’Anna di Stazzema. Dobbiamo dare inizio a una seria riflessione su ciò che è stata la nostra storia.
Di seguito il contributo di Umberto Mastropietro a nome del nostro circolo:

“Certamente ma I figli dovrebbero impegnarsi più di chiunque altro affinché I crimini non si ripetano.  

Scrivendo di Sant’Anna però questa volta non sto chiamando in causa I figli delle SS.

Io mi rivolgo a noi italiani.
 
Lo stereotipo del bravo italiano, pacifico, simpatico, contrario alla guerra, cordiale e generoso anche quando vestiva i panni dell’occupante hanno illuso la memoria nazionale e non abbiamo mai analizzato veramente gli aspetti guerrafondai e criminali della nostra storia.
In verità dall’unità ad oggi l’Italia ha combattuto solo guerre di aggressione.
Dopo l’armistizio il re e Badoglio (con la complicità degli alleati) diffusero la leggenda che la responsabilità della Guerra non ricadeva sul popolo italiano ma su Mussolini e che l’alleanza con Hitler ci fu imposta dalla paura della potenza militare germanica ma noi con I crimini dei nazisti non avevamo avuto niente a che fare.
Per assurdo poi la giusta esaltazione dei meriti guadagnati nella guerra di Liberazione ha finito per oscurare le responsabilità italiane ed è prevalsa un’immagine auto-assolutoria che ha addossato sui tedeschi il peso esclusivo dei crimini dell’Asse.
In verità il regime fascista fu meno sanguinario dei nazisti non per volontà ma per inefficienza.
Anche oggi c’è ancora chi rimpiange il fascismo e ci sono ancora vasti strati della popolazione che credono che l’unico errore di Mussolini fu l’alleanza con Hitler.
Ci piace dimenticare lo squadrismo, l’abolizione della libertà di opinione e di stampa, la militarizzazione della società, l’indottrinamento delle masse, il ruolo della donna vista come sottomessa procreatrice di soldati.
Abbiamo dimenticato I campi di concentramento in Libia, l’aggressione all’Etiopia, l’appoggio al Franchismo, il vile attacco alla Francia già battuta, l’inutile guerra alla Grecia, il sacrificio del corpo di spedizione in Russia, l’invasione della Jugoslavia.
Le sabbie del deserto nord africano disseminate delle ossa di quei morti di fame mandati dal Duce ad ammazzare altri morti di fame.
Non abbiamo più memoria delle città bombardate, dei tribunali speciali e della polizia segreta.
Abbiamo rimosso i massacri di civili perpetrati dalle nostre truppe e la servile collaborazione con gli occupanti tedeschi.
Non proviamo più vergogna per l’emanazione delle leggi razziali.
I morti di Sant’Anna si onorano con la memoria non con la retorica delle corone di fiori.
Ai morti di Sant’Anna dobbiamo promettere di uscire dal comodo nascondiglio assolutorio che ci siamo costruiti e di essere pronti a fare I conti con il nostro passato.”

 




Iniziativa “Il futuro ha radici antiche” – Link al video

Relativamente all’iniziativa “Il futuro ha radici antiche” pubblichiamo il video che riporta la notizia e che è stato pubblicato su 50news Versilia:

https://www.facebook.com/50newsversilia/videos/2395218427369692/


 




Comunicato congiunto PD Berlino – GD Versilia: Il futuro ha radici antiche

“Il futuro ha radici antiche” è stato il titolo dell’iniziativa politica su cui abbiamo basato lo scambio tra il circolo PD Berlino e Brandeburgo e la federazione dei Giovani Democratici (GD) della Versilia.
Abbiamo scelto questo tema perché crediamo che non ci sia un futuro senza la consapevolezza di ciò che è stato, nel bene e nel male, il nostro passato.
Ciò che viviamo oggi – democrazia, sviluppo, diritti, sicurezza, pace – non ci è arrivato per caso. Si tratta del risultato di un percorso storico che affonda le sue radici in un’esperienza devastante e dolorosa, che è stata la seconda guerra mondiale.
L’Unione Europea come progetto di pace è costato milioni di morti innocenti, dolore, sangue e disperazione. Non dobbiamo dimenticare cosa è accaduto nel secolo scorso. Sembra un tempo lontano per le nostre generazioni, eppure non è così. Sempre più spesso assistiamo allo stravolgimento delle verità storiche ad uso e consumo di forze politiche che vorrebbero sdoganare simboli, rituali e pensieri di ideologie nemiche della pace, come il nazi-fascismo, dietro l’alibi della libertà di pensiero.
Noi, che siamo nipoti o pronipoti di chi ha vissuto sulla propria pelle il senso profondo di quelle ideologie di morte e oppressione, vogliamo rinnovare il nostro impegno a difesa della nostra società, aperta e plurale, rispettosa della dignità dell’essere umano e che mira al mantenimento della pace tra i popoli.
Per questo, con pazienza e determinazione, abbiamo portato avanti in questi anni iniziative e scambi culturali e politici tra Berlino e la Versilia, guardando a Sant’Anna di Stazzema, con un chiaro obiettivo: tenere viva la memoria di quell’esperienza drammatica, per costruire insieme italiane ed italiani, tedesche e tedeschi, in un’ottica europea ed europeista, un percorso consapevole verso il  futuro.
Dopo la visita dei GD a Berlino nel 2018 e l’incontro con il mondo politico e istituzionale tedesco, adesso realizziamo la seconda parte del progetto, con la visita di una delegazione SPD guidata dalla Dr. Clara West (Vice-Presidente del Gruppo SPD all’Abgeordnetenhaus di Berlino) nei luoghi della memoria a Sant’Anna di Stazzema e poi a Firenze al Binario 16.
Sarà una bella occasione di incontro e confronto per rafforzare le relazioni d’amicizia italo-tedesche, di rafforzamento della cooperazione tra partiti fratelli, quali SPD e PD, e un’opportunità per le rispettivi realtà istituzionali di conoscersi e instaurare, auspichiamo, relazioni durature e reciprocamente vantaggiose.
In un tempo in cui la politica sembra essere attraversata da divisioni e personalismi, noi vogliamo testimoniare qualche cosa di diverso. C’è anche una politica che unisce e crea ponti, dialoghi ed opportunità. Sta all’impegno di ciascuna e ciascuno di noi. Con questa iniziativa proveremo a dare il nostro contributo. Per una politica dell’incontro, della crescita reciproca e per combattere le derive populiste, antieuropeiste e revisioniste che purtroppo sono emerse recentemente.

Federico Quadrelli
Segretario PD Berlino e Brandeburgo
Aasemblea Nazionale PD
Samuele Borrini
Segretario Giovani Democratici Versilia



Comunicazione sulla situazione politica attuale – settembre 2019

Alle iscritte e agli iscritti del Circolo PD Berlino e Brandeburgo,
alle elettrici e agli elettori del Partito Democratico che seguono le nostre attività e iniziative,
oggi il nostro ex Segretario, ed ex Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha formalizzato una scelta che, senza troppe ipocrisie dobbiamo dircelo, era maturata già da diverso tempo ma non aveva trovato il modo di concretizzarsi.
Sono sempre stato contrario ad ogni forma di scissione. Per chi conosce la mia storia politica nel PD, sa che ho sostenuto Bersani nel 2012 e Civati nel 2013. E malgrado questa scelta non ho condiviso la decisione di Civati all’epoca di spaccare il partito e di abbandonare la barca, come si suol dire. Così come non ho condiviso la scelta di Bersani ed altri poco tempo dopo.
Dell’importanza dell’unità nel nostro partito, un’unità di sostanza, non di mera facciata, ne ho parlato e scritto a più riprese. L’Unità pubblicò la mia lettera aperta nell’agosto del 2015 in cui scrivevo quello che segue:

“In questi giorni abbiamo assistito ad ulteriori scontri all’interno del Partito Democratico e questo non fa bene a nessuno. C’è bisogno di abbassare i toni e di tornare a fare Politica seriamente. L’unità del partito democratico è un obiettivo politico di primaria importanza.

Il potere comporta sempre responsabilità ed è indispensabile, per una dirigenza, saper gestire il dissenso non meno del consenso. E certo, ciascuno di noi deve impegnarsi affinché questo compito non sia reso impossibile. Ma nel rispetto delle reciproche convinzioni.

Tra un cinguettio e un post in Facebook si è completamente perso il significato del concetto di “confronto”. Sembra ci sia una gara a chi fa la battuta di maggior effetto. Sembra, ma forse è davvero così, che si miri più a far ruotare il contatore degli I like che non a trovare la sintesi politica necessaria tra posizioni lecitamente distanti, ma inserite in un progetto comune, che è il partito che tutti noi abitiamo. E che si spera si voglia proteggere, far crescere e migliorare.

Ci sono una maggioranza e una minoranza perché per noi che ci diciamo democratici il pluralismo di idee di vedute è un valore e non un limite. La sfida politica della dirigenza è di sapersi muovere in questo vasto spazio di idee e trovare il modo giusto per una sintesi, che non è un riassunto approssimativo, ma un prodotto terzo che integra e va oltre le posizioni iniziali.

Credo che non ci sia alcuna possibilità di vero cambiamento se da una parte e dall’altra manca la volontà di ascoltare e di confrontarsi. Se manca la volontà di mettersi anche in discussione. Il PD è un grande partito e il capitale politico che lo ha generato e tutt’ora lo sorregge merita molto di più di quanto vediamo ogni giorno.

C’è un Paese da cambiare e lo si dovrebbe fare in un clima diverso. Ciascuno si assuma le proprie responsabilità: la dirigenza di questo partito si renda disponibile ad ascoltare realmente e ciascuno di noi, nel rispetto delle proprie convinzioni, si sforzi di mediare. Mettersi in modalità d’ascolto attivo non è mai un fatto negativo. Se si tiene all’unità del PD, si cambi passo, altrimenti avremmo perso un’altra occasione per lavorare bene e insieme.”

Con profondo rammarico devo constatare che dagli errori del passato un’ampia fetta del nostro gruppo dirigente sembra non aver appreso assolutamente nulla. Viviamo un momento politico di grande complessità. Fuori dalle istituzioni si agitano movimenti nazionalpopulisti, ispirati da un’ideologia di destra becera. Agitano odio, rabbia e violenza verbale e talvolta anche fisica. A Pontida abbiamo assistito alla vera natura di quel mondo che sta raccogliendo ampio consenso nella popolazione. Sconcertante.
Non c’è dubbio che la storia non si ripeta uguale a se stessa, ma ci sono elementi preoccupanti di continuità rispetto ad esperienze che speravamo fossero davvero morte e sepolte sotto le macerie della storia.
Invece, ci ritroviamo vittime di guerre di potere tra fazioni, correnti o bande, al nostro interno e all’interno del campo dei progressisti e democratici. Che terribile errore! Ancora. Non c’è una sola ragione politica genuina che giustifichi questa scelta, se non mero tatticismo e interesse personale. Un interesse che guarda al breve periodo e non al bene del Paese.
Abbiamo, con enorme fatica, dato vita a un governo su cui nessuno avrebbe mai puntato. Sembrava surreale e impossibile. Invece, ora è realtà. Non solo con una maggioranza politica solida nei numeri al Parlamento, ma anche con un progetto politico radicalmente in discontinuità con l’esperienza giallo-verde. Si presenta, ora, la possibilità concreta di cambiare in meglio le cose. Non certo senza sacrificio da parte nostra. E non senza dubbi, più che legittimi. Che io stesso nutro come tante altre e tanti altri nel PD e nel centro-sinistra in generale.
Credo che il PD, ora, debba dare prova di forza e stabilità. Sembra strano, immagino, affermarlo alla luce di una terza scissione. Eppure, è proprio questo che ci richiede il momento storico: responsabilità, consapevolezza, coraggio, determinazione, generosità, idee e vera voglia di cambiamento.
Non basta dirsi queste cose, ma bisogna realizzarle. Non pretendo di avere soluzioni facili da offrire, ma qualche idea la ho.
1.Serve una vera e propria riforma radicale, strutturale e programmatica del PD.
Abbiamo bisogno di una rivoluzione reale sulle modalità di funzionamento del partito, dalle sue strutture territoriali a quelle nazionali. Servono vere e proprie procedure di selezione della classe dirigente (Assemblea Nazionale, Direzione Nazionale e candidature ai vari livelli elettorali: dalle comunali al parlamento) basate su modalità trasparenti e partecipative che valorizzino l’impegno delle e dei militanti sui territori: premiare impegno, attivismo, reale contributo dato al partito in termini di idee e passione e non limitarsi a questioni di possibilità economiche. Eliminato il finanziamento pubblico si è creato un vulnus democratico nella rappresentanza: rischiamo che si candidi chi può, mentre un’ampia fetta di potenziali dirigenti è esclusa, non per le idee, ma per le possibilità di partenza.
Le candidature, per esempio, non devono avvenire come abbiamo assistito, purtroppo, anche di recente, sulla base del grado più o meno grande di disponibilità all’obbedienza e alla fedeltà per un leader.
Serve una struttura forte,radicata e autonoma da ogni rischio di scomposizione delle maggioranze politiche che determinano le leadership. Per questo ho in mente il modello tedesco, che è messo nero su bianco nella Parteiengesetz, in vigore dal 1967 e che ha dato una cornice di standard democratici minimi uguale per tutti i partiti che vogliono partecipare alla competizione democratica. Regole che valgono per la SPD, per la CDU fino all’AfD.
In questo processo di rivoluzione e ricomposizione del partito giocheranno un ruolo le commissioni per la riforma dello statuto e della forma partito Nazionali e PD Estero, che, spero, cooperino insieme. Come Presidente di questa commissione nel PD Estero, spero si possa arrivare a una qualche soluzione in tempi rapidi. Ma lavorando bene e seriamente.
2.Capire il tempo in cui viviamo e avere una visione per il futuro.
La Politica per me è tante cose. In primis, è la capacità di incanalare il dissenso che esiste, nel bene e nel male, sempre, nella società. Farlo in modo costruttivo, propositivo e intelligente. All’interno di una cornice di regole democratiche, che guardi alla pluralità come un valore. Inoltre, la Politica è lo spazio del possibile: dove le alternative, quando non ci sono, si costruiscono. Insieme. E, infine, è l’insieme delle modalità con cui le istanze legittime delle persone vengono tradotte in proposte concrete, non visionarie nel senso di irrealizzabili, ma concrete e ben pensate, affinché l’orizzonte d’azione non sia il brevissimo periodo, ma quello medio-lungo. Per questo servono coraggio e determinazione.
Questo deve avvenire con una propensione alla curiosità, alla voglia di mettersi in discussione, con lo smantellare i sistemi di potere incancrenito che conosciamo, il correntismo fine a se stesso, e non basato sul confronto di idee,
3.Valorizzare il contributo continuativo di iscritte ed iscritti, di simpatizzanti, di interessate/i per ricostruire quello che un partito in prima battuta dovrebbe essere: una comunità.
Abbiamo sfilacciato il tessuto connettivo di una comunità in questi anni. Ogni scissione ha rappresentato un trauma. Un danno terribile alla tenuta emotiva di una comunità, la nostra.
Ora, malgrado tutto, lo abbiamo visto anche alle ultime primarie, c’è un popolo che esiste e resiste. Malgrado una classe dirigente pessima, fatte le dovute eccezioni ovviamente. Non buttiamo alle ortiche questo patrimonio immenso: che la partecipazione attiva delle e dei militanti sia la base nuova per ripartire. Che sia la linfa vitale affinché il PD si rigeneri e abbia la forza sufficiente ad affrontare le innumerevoli sfide che ora ha davanti, con tanti fronti di battaglia aperti: all’esterno e all’interno, anche se sembra non sia più così.
I circoli, nei territori, devono essere rivalorizzati. E bisogna capire come farlo anche con le nuove tecnologie.
Che la costituente delle idee che avevamo programmato si faccia, che sia non un momento conclusivo, ma l’inizio di una consultazione permanente, che metta insieme, ogni volta, chi vuole partecipare, con strutture di raccolta di idee e proposte. Gruppi di lavoro permanenti che aggiornino il profilo programmatico del PD in modo continuativo.
Non so se siano cose realizzabili nell’immediato, forse no. Ma credo che se non ripartiamo da questi obiettivi e ci mettiamo tutto il nostro impegno, rischiamo molto.
Ho fiducia nella nostra capacità di resistere e ripartire, con nuove idee e speranze per il Paese. Noi siamo l’alternativa necessaria e urgente. Oggi, più di prima, con convinzione sostengo il progetto del PD, assieme al Segretario Nazionale Nicola Zingaretti e alla squadra scelta per guidare questo percorso di rilancio del partito.
Invito tutte e tutti, con la disponibilità di tempo ed energie di ciascuno, a non far venire meno il proprio contributo in termini di idee, presenza, voglia di fare. Non è facile, lo so, ma noi siamo questa comunità. E noi dobbiamo ricostruirla, rilanciarla e rinnovarla. Insieme.

Federico Quadrelli
Segretario PD Berlino e Brandeburgo
Membro dell’Assemblea Nazionale



Lettera a Salvini sul caso Sea Watch 3 e sulla capitana Carola Rackete

Berlino, 3 luglio 2019

 

Egregio Ministro Salvini,
con estrema vergogna per il nostro paese e indignazione per le azioni manifestate dal Suo Ministero seguiamo le vicende legate alla Sea Watch 3 e al suo capitano, Carola Rackete.
Non solo, seguendo il Suo impulso di impronta apertamente autoritaria, Lei si arroga nelle Sue continue esternazioni di stile pubblicitario poteri spettanti ai tribunali italiani come nell’anticipare una espulsione dal nostro paese del capitano che ha seguito coraggiosamente il proprio dovere morale, e non solo persegue la Sua politica del sedicente uomo forte alla ricerca del consenso spicciolo dei più ignoranti – forse memore di esperienze storiche del nostro paese che speravamo definitivamente superate e che sembrano rispondere alle Sue convinzioni neanche tanto nascoste data la compagnia europea illiberale di cui si circonda e si fa promotore – ma stravolge ogni senso di moralità nel considerare come un semplice danno collaterale la morte di centinaia di persone inermi e da Lei trattate alla pari di “criminali”. Suo è l’uso frequente di questa parola indegna nei loro confronti.
Visto il fallimento della politica di creazione degli hotspots, in particolare nei paesi di ultimo transito dei profughi e migranti, Lei ha optato per la politica muscolare della fortezza Europa che niente altro è, nei Suoi disegni ignari dell’esperienza storica, che una soluzione esclusivamente militare e pertanto disumana verso il fenomeno della migrazione. Lei criminalizza tutti i profughi indistintamente e chi cerca di aiutarli per carità umana. Lei tratta come tali anche coloro, come noi, che riconoscono l’impossibilità dell’accoglimento illimitato ma nel contempo richiedono una politica più intelligente e rispettosa dei valori che fondano la nostra società democratica e che Lei così allegramente getta a mare insieme con i profughi al fine del perseguimento di un Suo successo elettorale prossimo.
Le assicuriamo che il nostro circolo si adopererà fortemente per sostenere l’associazione Sea Watch che ha sede nella stessa città, Berlino, in cui operiamo, e che noi stimiamo per il suo coraggioso senso civico.

Nella speranza di un ravvedimento della politica italiana che è anche nelle Sue mani Le porgiamo

I nostri saluti

Circolo PD di Berlino e Brandeburgo

 

Il contenuto della lettera si puo scaricare al link di seguito: 1562171487457_Testo finale Salvini 02.07.19 (2)




Contromanifestazione a Verona contro il Congresso della famiglie

Di seguito l’odg proposto da Cirinnà e Lo Giudice sulla contromanifestazione a Verona e sottoscritto dal Segretario Federico Quadrelli in Assemblea Nazionale:

Difendere i diritti-OdG Assemblea_con firme AGG 9.00 (1)