1

Contro l’odio e la xenofobia

In questi giorni abbiamo letto di nuove ondate di violenza in Europa, dall’Ungheria alla Germania, contro i rifugiati e gli stranieri più in generale. Non c’è molto da dire se non che dobbiamo rimanere uniti e combattere con grande determinazione e forza ogni forma di razzismo e di odio.

Proprio in queste ore la sede nazionale dell’SPD, la Willy-Brandt Haus è stata evacuata per un allarme bomba. La Segretaria Yasmin Fahimi ha dichiarato che da quando il Vice Cancelliere e capo dell’SPD, Sigmar Gabriel, ha fatto visita a un campo per rifugiati sono pervenute tante email con offese e minacce.

Ieri sulla Berliner Zeitung era riportato un fatto che definire vomitevole è poco. Due uomini vicini agli ambienti neo-nazisti hanno aggredito una madre con figli. Hanno urinato sui bambini compiendo un atto barbaro di inaudito disprezzo. Qualche settimana prima su un tram un uomo aveva aggredito una donna incinta e la sua amica. Ancora una volta il motivo era il loro essere straniere.

Ma non c’è solo questo. Dei campi per rifugiati sono stati dati alle fiamme in Brandeburgo. Insulti, violenze che crescono e si riproducono sulla scia di vecchie immagini. Tutto questo non può farci solo rabbrividire, ma anche reagire con forza. Non c’è spazio alcuno per l’odio e la follia xenofoba. 

Credo fermamente che sia compito di tutte le forze democratiche unirsi e dimostrare che la dignità della persona è al di sopra di ogni schieramento politico e di ogni calcolo elettorale. La reazione può consistere solo in un impegno ancora maggiore per l’affermazione dei valori democratici su cui quest’Europa è fondata: solidarietà, accoglienza, rispetto della dignità umana e riconoscimento del valore dell’alterità.

A chi solletica gli istinti più bassi, a chi minaccia ed esercita violenza, rispondiamo che non abbiamo paura. Non smetteremo di essere umani. Non rinunceremo alla nostra dignità e integrità. Risponderemo all’odio e al male, per usare le parole famose di Jens Stoltenberg, con più democrazia, più libertà e più accoglienza.

Federico Quadrelli

Segretario Circolo PD Berlino e Brandeburgo




Visita a Sachsenhausen. Per non dimenticare.

Oggi abbiamo realizzato una visita al campo di concentramento di Sachsenhausen poco fuori Berlino. Non si può descrivere la sensazione che si prova a camminare per i viali di quel luogo pensato e creato per infliggere dolore e morte.

Abbiamo tutti una grande responsabilità, come cittadine e cittadini, come politiche e politici, ma soprattutto come donne e uomini: mai dimenticare! Gli orrori avvenuti 70 anni fa devono essere tenuti bene a mente, affinché ciò che ora appartiene al passato non torni ad essere un orribile presente.

Alcune considerazioni aggiuntive sono state pubblicate sullo spazio blog di Formiche.net.

Un caro saluto

Federico Quadrelli

Segretario Circolo PD Berlino e Brandeburgo




Nota informativa sulle attività del Circolo

Care iscritte e cari iscritti,

care e cari simpatizzanti,

in occasione dell’Assemblea del 21.07.2015 non è stato possibile procedere con l’approvazione delle modifiche allo Statuto del Circolo né all’approvazione dei Regolamenti in sospeso a causa della mancanza del numero legale.

L’incontro è caduto in un periodo infelice. Le vacanze estive per molti sono già iniziate. Nell’incontro si è però deciso il nuovo calendario degli incontri. Da settembre a dicembre il Circolo si incontrerà ogni secondo lunedì del mese presso la sede dell’SPD di Berlino, in Muellerstr.163 S+U Wedding.

14 settembre 2015, h.19.00

12 ottobre 2015 h.19.00

9 novembre 2015 h.19.00

14 dicembre 2015 h.19.00

Inoltre, è stato deciso di organizzare a cadenza bimestrale un incontro informale in cui tratteremo di temi ad hoc che cambieranno di volta in volta. Ad occuparsi della gestione dei nostri Stammtisch saranno Niccolò Pesenti e Anna Laura Ciaccio.

Gli incontri si terranno il 28 settembre 2015 e il 23 novembre 2015. Ora e luogo saranno comunicati dai referenti.

Un caro saluto

Federico Quadrelli

Segretario Circolo PD Berlino e Brandeburgo

 




Assemblea degli iscritti 21 luglio 2015

Care iscritte e cari iscritti,

care e cari simpatizzanti,

in data 21 giugno 2015 alle ore 19.00 è convocata l’Assemblea del Circolo PD Berlino e Brandeburgo con il fine principale di approvare i Regolamenti ancora in attesa di introduzione incluso il processo decisionale d’urgenza e l’elezione delle cariche mancanti. L’Assemblea si terrà come il solito nella sede SPD di Berlino, in Müllerstr. 163, Dorothea-Hirschfeld-Raum (DHR).

I temi all’ordine del giorno sono i seguenti:

  1. situazione tesseramento a cura della Presidenza
  2. calendario attività del prossimo semestre a cura della Segreteria
  3. Approvazione da parte dell’Assemblea dei Regolamenti seguenti:
    – Processi decisionali straordinario e d’urgenza del Circolo PD di Berlino e Brandeburgo
    – Regolamento per la presentazione delle candidature alla Segreteria del Circolo PD di Berlino e Brandeburgo
  4. Proposta per la circolazione delle informazioni nell’ambito del Circolo
  5. Elezione alle cariche di Vice-presidente e di Vice-segretario del Circolo
  6. Rapporto sullo stato della cassa a cura della Tesoreria
  7. varie ed eventuali

Per quanto riguarda i punti 3 e 4 verranno distribuiti a breve i documenti soggetti a discussione ed approvazione in modo da permettere a ognuno di considerarne il contenuto per tempo prima della riunione assembleare.

Vi aspettiamo!

Un caro saluto

Piero Rumignani

Presidente Circolo PD Berlino e Brandeburgo

Federico Quadrelli

Segretario Circolo PD Berlino e Brandeburgo

 




Resoconto del primo semestre di attività della Segreteria

 

Care iscritte e cari iscritti,

care e cari simpatizzanti,

In occasione della riunione di Consiglio tenutasi il 16 giugno 2015 è stata letta la relazione di chiusura del primo semestre dell’attività della Segreteria.

In questo modo c’è una rendicontazione periodica che la Segreteria sottopone al proprio Circolo e che mette a disposizione di tutte e di tutti gli interessati nella logica di condivisione di esperienze e saperi.

>>> RELAZIONE DI CHIUSURA DEL PRIMO SEMESTRE <<<

Un caro saluto

Federico Quadrelli

Segretario Circolo PD Berlino e Brandeburgo




Intervento del Segretario Federico Quadrelli all’evento AG Carlo Levi di Berlino

Liebe Genossinen und Genossen,

Sehr geehrte Damen und Herren,

Vielen Dank für diese Einladung. Und ein besonderes Dankeschön an Gianfranco Ceccanei und die AG Carlo Levi für ihr Engagement, ihre Leidenschaft und Arbeit zum Thema Erinnerung.

Wie manche von euch wissen, komme ich aus der Toskana. Ich komme von den Bergen, in der Nähe von Sant´Anna di Stazzema. Es ist für mich sehr wichtig, auch hier in Berlin, darüber zu sprechen.

In diesen Wochen hat die Hamburger Staatsanwaltschaft aufgrund eines Gesundheitsproblems die Anklage gegen den ehemaligen SS-Mann Gerhard Sommer ausgesetzt. Ich möchte etwas darüber sagen: Ein Nazi, egal ob er 90 oder 50 oder 20 ist, bleibt, was er ist. Wir müssen agieren, sofort!

Dies ist nicht eine Rache an einem alten Mann, es ist Gerechtigkeit für eine Gemeinschaft, für die Geschichte, für die Wahrheit.

Er war 1945 zusammen mit anderen Nazis und Faschisten dort und er hat 560 Leute schonungslos getötet: Frauen, Alte und Kinder. Erschossen und im Feuer verbrannt.

Ich möchte sagen, dass wir alle Sommer verurteilen müssen. Wenn nicht durch ein Gericht, dann durch unsere Gemeinschaft. Das ist unsere Verantwortung, eine gemeinsame Verantwortung: Nie vergessen! Wir haben ein Bedürfnis nach Justiz und Gerechtigkeit.




Il Partito Democratico deve ripensare se stesso

Care iscritte e cari iscritti,

care e cari simpatizzanti,

l’esito delle elezioni regionali ci ha consegnato un’Italia più “rossa”. Su sette regioni al voto ne abbiamo conquistate 5. Abbiamo faticato in Umbria e Campania, abbiamo però perso la Liguria e siamo stati ampiamente sconfitti in Veneto. Il primo momento di una riflessione obiettiva e reale è quello del parlare un linguaggio di verità. Ci è stato più volte chiesto anche dalla Dirigenza Nazionale. Ed eccola qua, la verità: abbiamo vinto-quasi-quasi e al ballottaggio nei vari comuni, tra cui Arezzo e Venezia, abbiamo perso-molto-molto.

In Versilia, per esempio, dove siamo stati impegnati in una campagna elettorale molto forte il candidato del Centro Destra, sostenuto da Silvio Berlusconi in persona, Massimo Mallegni, ha strappato Pietrasanta al Centrosinistra. A Viareggio una candidatura che forse non era stata condivisa fino in fondo, ha fatto vincere un outsider, ex-PD, appoggiato da liste civiche.

Abbiamo perso Venezia dopo 22 anni di amministrazioni di Centro sinistra e così è accaduto anche a Chieti e ad Arezzo. In questo caso è chiaro. sconfitta.

In questo ultimo anno abbiamo sofferto una Politica troppo orientata ad annunci e slogan. Ci siamo abituati alle retoriche facili, senza guardare bene cosa accadeva nei territori. Abbiamo anche sofferto guerre intestine che hanno lacerato il nostro partito e causato, come al solito, una piccola scissione a sinistra. Qualcuno ha fatto una valutazione sbagliata del peso di questa “sinistra” e alle Regionali e alle Comunali ne abbiamo pagato le conseguenze. Sono oltre 2 milioni i voti persi in questa tornata elettorale per il PD. In alcune regioni non abbiamo raggiunto nemmeno il ballottaggio e in altre ci siamo affermati solo grazie al sostegno di una marea di liste del Presidente e/o liste civiche. Che personalmente non reputo essere direttamente connesse al PD, ma essere un insieme di persone che si possono anche riconoscere nelle idee di un centro-sinistra, ma che non si sono, evidentemente sentiti abbastanza parte del progetto PD per farne parte in una lista unica.

Su questo si è espresso Vassallo e io ho replicato in un qualche modo dalle pagine di Formiche.

Il Partito Democratico non ha possibilità di vincere, e vincere davvero bene, se non è unito. Non c’è modo di essere uniti se non c’è comunanza di valori e di obiettivi ossia se manca il senso d’appartenenza. In altre parole l’identità. E dire che c’è bisogno di identità non significa negare il cambiamento, ma indirizzarlo nella direzione che ci compete e ci si addice. C’è il pericolo di veder disperso un immenso patrimonio umano e politico a causa di contrapposizioni personali e di corrente.

Il Centro Destra non è scomparso, si è semmai ricompattato dietro alla figura di un leader forte come è Matteo Salvini e ha spostato i temi della questione politica su un terreno che io considero pericoloso.

La Dirigenza deve assumersi la responsabilità politica di questa situazione e deve anche prendere in mano il Partito. Riscoprire quel legame con i Circoli, con la militanza, che in questi ultimi anni è stato via via compromesso e sminuito. Dal 2013 ad oggi abbiamo perso oltre 170.000 iscritte/i e altrettanti potrebbero essere persi, specie ora che si sta costituendo un gruppo a sinistra che raccoglie molti delusi del PD e delle sue politiche attuali.

C’è un mondo di differenza tra cosa accade nel Palazzo, tra il gioco dei numeri e delle alleanze e quello che accade nel Paese reale. La gente si è stancata e ha disertato in modo grave le urne. Hanno rifiutato di esercitare un diritto e non hanno assolto a un obbligo civile. In questo scenario, non conta più chi vince e chi perde, con quali % o artifici statistici, perché è la democrazia che si è indebolita e se la democrazia si indebolisce, perché non siamo in grado di difenderla, rinnovarla, riattivarla, incorriamo in pericoli già conosciuti. La democrazia non è stata data una volta per sempre ed oggi, con le instabilità globali e i pericoli che ci minacciano, una società la cui cittadinanza è disaffezionata se non disgustata dalla Politica è il vero problema.

Dobbiamo ricostruire le relazioni dal basso. Riscoprire il senso di comunità politica e impegnarci davvero affinché il PD come progetto sia pienamente realizzato. Siamo ancora in attesa.

Federico Quadrelli

Segretario Circolo PD Berlino e Brandeburgo

 




Mafia e Politica: un binomio da spezzare

Avevo scritto già a dicembre 2014 qualche cosa sulla vicenda di Mafia-Capitale ed oggi, con questa nuova ondata di arresti e di accuse, sento che quell’appello è ancora valido.

Quanto è emerso in queste ore dalle indagini romane può essere descritto solo in un modo: profondo disgusto. Sottoscrivo ogni singola parola del comunicato pubblicato oggi dal Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, e rilancio con ciò che da anni ormai vado dicendo: il PD metta il tema della legalità al primo posto della sua agenda politica.

Quando parlo di legalità mi riferisco alla “lotta per la legalità” che è qualche cosa di molto più ampio e complesso della lotta alla criminalità (organizzata e non). C’è bisogno di una rivoluzione culturale profonda. Certo, facile a dirsi e difficile a farsi. Tuttavia è indispensabile agire e farlo in fretta. E sta a noi, iscritte e iscritti, premere affinché la dirigenza apra gli occhi e agisca!

Il Partito Democratico deve agire con determinazione e forza, con integerrima severità contro tutte e tutti coloro che hanno sbagliato all’interno delle nostre sezioni. Un partito che vuole fare della legalità un valore deve usare, proprio con i suoi che sbagliano, il pugno duro.

C’è in questo partito del buono. La parte laboriosa, onesta e che fa politica davvero per un senso di dedizione verso la comunità, deve essere protetta. Noi dobbiamo distinguerci nettamente da tutto il resto.

Abbiamo avuto ospite a Berlino il prof. Nando dalla Chiesa per diversi incontri. Abbiamo imparato moltissimo da lui e abbiamo capito quanto sia importante lottare PER la legalità, facendo formazione e informazione. La legalità va praticata sempre, a partire dalle realtà più piccole. Per questo come Circolo abbiamo deciso di darci come obiettivo prioritario la riorganizzazione della nostra struttura, definendo un perimetro di regole chiaro e facendo della trasparenza un criterio irrinunciabile della nostra azione politica.

Verbali, documenti contabili, resoconti di controllo da parte della commissione interna di garanzia, sono tutti online. Questo perché crediamo fermamente che bisogna partire anche da queste piccole cose per poter praticare la legalità e non solo chiacchierarla. Per poter dare, nel nostro piccolo, un contributo e un esempio. Senza arroganza.

Confido che sarà fatta presto chiarezza su questa oscena vicenda e confido che la parte buona del partito saprà dimostrarsi all’altezza della sfida che l’attende.

Federico Quadrelli

Segretario Circolo PD Berlino




Notizie dalla Spagna

La Spagna porta in Europa un vento nuovo. Il movimento politico Podemos pur collocandosi a livello generale al terzo posto, si è imposto in modo forte in tutte le realtà locali. Ha dimostrato, a differenza di quello che era l’esperienza del M5S in Italia, per esempio, di essersi radicato bene nel territorio e di aver creato una struttura efficace.

A Paolo Bindi, di Possibile, ho chiesto di raccontarci quanto accaduto in queste settimane per poter condividere impressioni e informazioni.

Di seguito il testo del suo intervento per noi.

Habemus pactum

Sono giorni frenetici qui a Madrid. Le elezioni amministrative di domenica 24 Maggio hanno sancito un prima e un dopo nella politica spagnola. Finora infatti si spartivano il potere il PP e il PSOE e, almeno negli ultimi due decenni, in nessuna occasione hanno avuto la necessita di cercare appoggi post-elettorali per governare, escludendo casi particolari in cui ad esempio il PSOE ha stretto patti con Izquierda Unida. Ma erano accordi talmente scontati e naturali che nessuno si è mai posto nelle condizioni di discuterli… Come invece è successo in questi 4 ultimi frenetici giorni.

I politici spagnoli hanno dovuto quindi in fretta e furia scoprire l’arte della Politica, quella che una legge elettorale pessima, ma forse l’unica possibile da adottare durante il periodo della Transazione(1), gli ha sempre permesso di avere una maggioranza sicura, ed una vittoria nata sempre e comunque per demeriti dell’altro più che per i propri meriti. A tal punto che nelle ultime tornate elettorali non c’era quasi bisogno di fare campagna elettorale, come ad esempio successe 4 anni fa, quando il secondo disastroso governo Zapatero fu costretto a dimettersi in anticipo, lasciando ad un semisconosciuto – almeno al grande pubblico – Rajoy campo aperto per la vittoria, senza letteralmente fare campagna elettorale (in quei mesi avrà forse rilasciato un paio di interviste).

Ma che cosa è successo domenica?
I numeri parlano chiaro.
Il PP ed il PSOE anche risultando in quest’ordine le forze più votate, non hanno raggiunto in nessuna regione ed in nessuna grande città, la maggioranza necessaria per governare. Ed anzi, nelle città chiave, come Madrid e Barcellona, partiti nati come aggregazione di movimenti di cittadini (sotto l’ala protettrice di Podemos), hanno tolto la storica maggioranza rispettivamente al PP (che governava da 25 anni nella capitale spagnola) e a CiU la forza indipendentista catalana di Artur Más che ha pagato lo scotto della corruzione, più che dell’avventura del referendum per l’indipendenza.
E sono stati buttati giù dal trono a Madrid da Carmena, iscritta al partito comunista durante la dittatura franchista ed ex giudice emerito, che negli ultimi anni, lasciata la carriera giuridica, si era dedicata in pieno alla causa dei carcerati, devolvendo tutti le entrate della sua nuova attività per finanziare i loro stipendi. Ed a Barcellona da Colau, attivista in prima linea contro gli sfratti della stessa amministrazione di cui ora potrebbe diventare responsabile.

La corruzione di questi ultimi mesi è stata il motivo principale, unito ai tagli alla spesa pubblica (sanità e scuola su tutti), che hanno portato all’ascesa di consensi di Podemos e di Ciudadanos. Questi due schieramenti politici che si auto-definiscono “nè di destra nè di sinistra” hanno fatto proprio della lotta alla corruzione il loro cavallo di battaglia.
Ed a ragione.
Gli scandali de las tarjetas black(2), dell’ERE in Andalucia (3), della lista parallela dei conti del PP e le tangenti nella regione valenciana, hanno avuto un impatto talmente forte sull’opinione pubblica da far passare in secondo piano le poche cose che di buono a fatto l’attuale governo Rajoy.

Lunedì nelle edicole di tutto il paese I titoli dei quotidiani riportavano a chiare lettere da un lato, quello di destra, la parola “instabilidad”, mentre dall’altro il nuovo verbo della politica spagnola… “pactar…pactar…pactar”.

Però come puoi scendere a patti con chi prima delle elezioni ti ha considerato alla stregua di un delinquente, senza speranza se non quella di semplice ed inutile disturbo per una vittoria certa?
E’ vero che durante la campagna elettorale è ammesso di tutto, ma stavolta i dubbi erano tanti.
Ma in pochi giorni quello che tutti, almeno a sinistra, si aspettavamo accadesse, era che Pedro (Sanchez) alzasse il telefono e chiamasse Pablo (Iglesias).
E così oggi è stato.
La situazione a sinistra pare quindi essersi sbloccata, sia per quel che riguarda le grandi città che per quasi tutte le regioni. Però il patto sarà a metà. Dove il PSOE ha bisogno di Podemos per governare, quest’ultimo appoggerà solo l’investitura del corrisponde leader socialista, ma non entrerà in nessun governo ed in tutti I casi darà il suo appoggio solo ed esclusivamente se si metteranno per iscritto almeno due punti fondamentali del programma di Podemos: “lotta alla corruzione” e “fine dei tagli ai servizi di base”.

Insomma, PSOE e Podemos sono obbligati ad intendersi e capirsi.
Per vari motivi.
Innanzitutto perchè l’obiettivo di mettere in secondo piano il PP è troppo forte per farsi sfuggire quest’occasione e poi perchè a Novembre ci saranno le elezioni generali e visto che mai come in quest’ultimo anno è così fluida l’intenzione di voto degli spagnoli, qualsiasi errore, come potrebbe essere quello di bloccare tutte le amministrazioni locali e regionali – compresa l’Andalucia dove si votò ad inizio d’anno per colpa di una scellerata scelta politica della Díaz, porterebbe a risultati inaspettati anche per chi in questo momento sembra riscuotere il maggiore consenso possibile.

Se da un lato l’accordo è stato raggiunto, dall’altro sembra che siamo ancora in alto mare.
PP e Ciudadanos ancora non si sono nemmeno avvicinati, se non durante la notte elettorale, con dichiarazioni di esponenti del PP, un partito che però in questi giorni si trova nella peggiore crisi politica da 30 anni a questa parte.
Il partito che sembrava essere talmente granitico agli occhi dell’opinione pubblica da riuscire a nascondere tutte le beghe interne (famosa quella tra Aguirre e Gallardon per la candidatura per le elezioni politiche nella quale prevalse poi Rajoy), stavolta, travolto dai pessimi risultati elettorali, deve fare I conti solo con se stesso. E la resa dei conti è talmente inusuale dura, che il povero Rajoy, quello che doveva essere la figura di compresso tra le varie anime di questo partito, non sa più a che santo votarsi.
Un barone del suo stesso partito (Herrera, l’ex governatore di Castilla y León) le ha consigliato “di guardarsi allo specchio la mattina prima di decidere se presentarsi come candidato” alle Politiche di Novembre. Altri, come I governatori/trici di feudi storici come la Comunidad Valenciana, Aragón e Baleares, si sono dimessi il giorno dopo la sconfitta di propria iniziativa proprio mentre il segretario del partito affermava il contrario, ovvero che non era successo nulla perchè il PP era stata la forza più votata. Siamo arrivati al punto che esponenti dell’ex giunta di Castilla y Leon (pare non l’hanno presa bene pare da quelle parti) hanno chiesto la testa del ministro dell’industria che, ha detta loro, è stato l’artefice con le sue politiche energetiche (carbone e petrolio) della debacle nella loro regione ed in quella canaria, dove il PP ha perso il 50% dei consensi (!)
Poi ci sono le mine vaganti, quelle che come XXX impazziti vanno per conto loro senza ascoltare niente e nessuno. Nè in campagna elettorare nè ora, dove sarebbe consigliabile un minimo di prudenza. Il più potente politico che la città e la regione di Madrid abbiano mai conosciuto, la signora Esperanza Aguirre, che in un impeto da “bambina capricciosa” (appellativo attribuitele oggi da Carmena) ha prima chiesto a tutte le forze politiche (PSOE e Ciudadanos) di mettersi d’accordo per evitare la deriva da “soviet supremo” nella capitale, per poi offrire il suo appoggio a Carmena come sindacA se avesse riununciato a tutti I suoi stessi punti del programma per cui I cittadini l’hanno eletta, per poi, quando tutti gli altri partiti le hanno risposto che non ha nessun senso fare patti contro l’evidenza, rivolgersi di nuovo al PSOE offrendole la candidatura del comune…insomma, “Una donna sull’orlo di una crisi di nervi”.

Ciudadanos per ora rimane alla finestra ed il suo appoggio al PSOE o al PP (o anche a Podemos), lo darà solo in caso venga messo nero su bianco il patto anti corruzione e, nel caso del PP, che quest’ultimo schieramento decida I suoi candidati attraverso delle Primarie e non per alzata di mano (cosa che peraltro loro non hanno applicato finora…ma tant’è… il momento è talmente confuso che si può affermare qualsiasi cosa).

In tutto questo, sono spariti due partiti. Izquierda Unida, storico partito di sinistra, esiste ancora con percentuali bassisime solo a livello di comunale, mentre l’UpD di Rosa Diez, un partito che nella precedente tornata elettorale, fu la novità nel panorama politico spagnolo, non è arrivato a superare la soglia del 5% necessario per avere rappresentanza nello scenario amministrativo.

Novembre si avvicina e saranno mesi politici intensi ed appasionanti, dove ogni minimo errore di valutazione potrebbe far spostare percentuali di voti in maniera del tutto imprevedibile e determinante.

Sia chiaro quindi che il famos “tic tac tic tac…” vale anche per chi lo pronunciò qualche mese fa in risposta ad una provocazione del Primo Ministro, di questo paese di forti contrasti, di gente tenace ed ora culla di movimenti politici unici in Europa.

_________________________________________________
(1) Transazione, è il momento storico durante il quale si passo dalla dittatura di Franco ad un regime democratico. Inizia storicamente con la morte di Franco 20 novembre del 1975 e termina con le prime libere elezioni democratiche il 15 giugno del 1977

(2) Las tarjetas black (Carte di credito “nere”), rappresentano le retribuzioni che 86 dirigenti di Caja Madrid poi Bankia (entità riscattata dagli aiuti della Comunità Europea) ricettero indipendentemente dalla loro retribuzione. Figurano coinvolti tutti I partiti politici (esclusi Podemos, Ciudadanos e UpD) e le formazioni sindacali. In particolare tra I beneficiari risultano 27 importanti esponenti del PP.

(3) ERE (expediente de regulación de empleo – la nostra Cassa Integrazione), si tratta della gestione irregolare e fraudolenta di casi di prepensionamento, che vedono implicati Chaves (ex presidente della regione Andalucia, roccaforte socialista dal 1980 e Griñan.




Verso un nuovo PD Germania

In vista di quello che sarà il congresso PD Germania 2015, il Circolo PD Berlino ha redatto un documento programmatico che è inteso come piattaforma tematica di discussione per pensare insieme un nuovo PD all’estero.

Il documento, scaricabile da questo >>> Link <<< , è il risultato di un lungo lavoro di analisi, discussione ed elaborazione di gruppi di lavoro che hanno incluso iscritte e iscritti così come simpatizzanti attivi nel nostro Circolo.

Il documento è stato inoltrato a tutti i segretari di Circolo affinché lo mettano a disposizione dei loro gruppi per poter iniziare un percorso comune di confronto.

Il documento così come è lo pubblichiamo online a disposizione di chiunque fosse interessato a visionarlo.

Un caro saluto

Federico Quadrelli

Segretario Circolo PD Berlino e Brandeburgo